Qualità di un buon insegnante della scuola domenicale

Per guidare un asilo nido ci vuole una buona preparazione, come per insegnare nella scuola primaria oggi necessita la laurea. 

Sapendo questo sarebbe da ignoranti a pensare che si possa guidare un gruppo di bambini in chiesa senza alcuna preparazione.    

La formazione è la base per qualsiasi attività, anche nella scuola domenicale.

In questa lezione parleremo di una preparazione adeguata e di quali sono le virtù di un buon insegnante.

I. UNA RELAZIONE CON DIO

Per chiunque vuole servire il Signore è necessario che abbia una relazione viva con Dio, vediamo cosa ne dice la Sua Parola:

  • Ecclesiaste 12:15 Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo
  • Efesini 3:12 – Mediante la fede in Gesù abbiamo libertà di accostarci a Dio con piena fiducia. 
  • Colossesi 2:2-3 – In Dio Padre e in Cristo Gesù sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. 

Alcuni requisiti:

  • Studiare regolarmente la Parola proprio come prendiamo il nostro pane quotidiano. 

2 Timoteo 3:16-17 – Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

  • Cercare la comunione con Dio attraverso la preghiera, come sta scritto in 

Luca 18:1… pregare sempre senza stancarsi!

  • Dobbiamo astenerci da tutto quello che possa impedire che la volontà di Dio si realizzi (Romani 6:13,16,19).
  • Essere guidato dallo Spirito Santo. Abbiamo un’arma potente nella nostra “battaglia”: la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio (Efesini 6:17). 

Se le cose sopra citate sono diventate parte integrante della nostra vita, allora è stata realizzata la cosa più importante: Avere una relazione con Dio. 

Si dice spesso, che per lavorare con i bambini siano necessarie molta fantasia e capacità. E qui cominciano i problemi. Immaginate di aver bisogno di persone per guidare i vari gruppi di bambini. Cosa fate? Cercherete persone capaci di narrare storie bibliche e di tenere la disciplina?

Se cercate le guide della scuola domenicale con questi requisiti, spesso i risultati saranno deludenti. La gente di solito è intimorita dalle qualità richieste. È però un fatto consolante sapere che insegnanti non si nasce ma si diventa. Quale metodo è meglio operare?

Non cercate persone già “belle e pronte”, cercate aiutanti, semplicemente fratelli e sorelle che vogliano aiutarvi; “facendo s’impara”.

Anche l’apostolo Paolo lavorava così, affidava le cose che aveva imparato ad altri (2 Tim. 2:2). Quando Paolo e Timoteo si frequentavano, Paolo non gli affidava subito tutta la responsabilità della chiesa. Paolo portava Timoteo in diversi viaggi della sua missione e questo di per sé era già una buona scuola, spesso erano esperienze dure, Paolo parlava molto con Timoteo insegnandogli col proprio esempio come dice spesso anche nelle lettere. 

Egli rimaneva per alcuni anni in una chiesa, allenava delle persone capaci, gli dava man mano maggiori responsabilità e poi partiva da là.

Qual è la caratteristica di un buon insegnante della scuola domenicale?

Che porti frutto. Una guida dovrebbe invogliare altri a collaborare nell’evangelizzazione dei bambini. E per questo, oltre a guardare l’esempio di Paolo e Timoteo vediamo anche il principio che avevano Paolo e Barnaba.

II. LA LEALTÀ

Con la lealtà intendiamo collaborazione: essere una squadra, completandoci l’un altro a vicenda. Cosa tiene unita una buona squadra? 

La lealtà, in termini biblici vuol dire fiducia. In 2 Tim.2:2 leggiamo: Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.

Vivendo insieme fiduciosi, avremo rispetto e riconoscimento l’uno per l’altro. 

La lealtà ha diversi aspetti:

  1. Lealtà verso le persone. Stimando gli altri più di te stesso (Fil. 2:1-9), essere disposto a servire. Con questo Spirito come fu anche Gesù, si da la possibilità all’altro di svilupparsi nel miglior modo possibile nel posto che Dio gli ha assegnato. 

L’essere leale verso il responsabile e gli altri collaboratori crea una rete di sicurezza.

  1. Disponibilità a seguire un programma già strutturato. In una scuola domenicale si segue un piano di lavoro nel quale sono già stabilite nel tempo le lezioni che si terranno. Noi ci aspettiamo dai collaboratori dei vari gruppi di bambini che siano leali per attenersi a ciò. 

Se qualcuno non si sente di tenere una lezione su temi o concetti già stabiliti è bene parlarne con il responsabile, per evitare disguidi e venir meno alla programmazione, necessaria, per raggiungere un buon traguardo.

La lealtà non vuol dire necessariamente essere d’accordo in tutto. Se in qualcosa non sei d’accordo cerca di parlare con la persona interessata. Non coinvolgere altre persone che non c’entrano. Possono nascere disguidi e divergenze, per evitare ciò, è bene parlare solo con la persona responsabile di tali cose. Una giusta collaborazione si ottiene a condizione d’essere leali. 

Se sai narrare in un modo eccezionale; se hai un’ottima disciplina, ma non sei leale, le tue capacità serviranno ben poco.

A questo riguardo leggi 1 Cor. 13 e specialmente i versetti 5-7 e Matteo 5:9. È più essenziale ciò che sei, piuttosto di quello che sai fare. 

III. LA CAPACITÀ

Mi potresti dire adesso: ”Tutto questo va bene, ma io non sono molto abile, non credo di avere grandi capacità!” Ritorniamo al discorso di prima che per lavorare con i bambini sono necessarie molta fantasia e capacità.

Paolo scrive in 2 Cor. 3:5 – Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio.

In Giovanni 15:5 Gesù dice: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.”

Un tralcio ha solamente la funzione di far scorrere attraverso di sé la linfa. Non può da sé produrre, è solamente un canale. Così anche noi possiamo essere un canale per l’acqua viva di Dio. È lo Spirito Santo che farà il suo lavoro in noi. 

Vogliamo ribadire che Dio usa delle persone per abilitarvi, come Paolo faceva con Timoteo.            In 1 Corinzi 2:2-5 leggiamo che l’apostolo Paolo non era sempre così sicuro di sé: Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Potreste dire: “Si, però bisogna essere chiamati per questo compito”, questo è vero e senz’altro Paolo era “chiamato”. Esprimendoci con parole adatte al nostro studio: è necessario avere amore verso i bambini, ma tutti siamo chiamati  per cercare e salvare i perduti. Ma questa chiamata non è il traguardo, può essere un punto di partenza per un servizio più specifico. 

IV. ALTRE QUALITÀ

Altre qualità che dovrebbe avere un insegnante della scuola domenicale.

  • Avere senso di responsabilità:
  1. Verso i bambini – Deuteronomio 6:5-9
  2. Essere motivato ad una buona preparazione.
  3. Dovremmo avere conoscenza dei bambini, dei loro interessi e dei metodi migliori per insegnare, è dunque bene partecipare ai corsi di formazione.
  • Avere zelo Romani 12:11

È molto importante preparare in tempo un buon programma per i bambini. 

Forse avrai bisogno di più tempo tu, che un predicatore per il suo sermone.

  • Coerenza

Lavorando con i bambini si è stati spesso confrontati con ragazzi di diversi livelli sociali, il che può creare qualche volta dei problemi. Un bambino che viene da un ambiente non proprio sano, può avere un comportamento aggressivo e un linguaggio poco adeguato. 

Come comportarsi? Naturalmente ci potranno essere anche problemi con bambini di famiglie cristiane.

Il principio del tuo insegnamento e dei tuoi atti deve essere: 

  1. Insegnare ad amare Dio con tutto il cuore e conoscere la Sua Parola. 
  2. Dà la possibilità allo Spirito Santo di trasformare i bambini. Da questo atteggiamento succedono i miracoli. 

In altre parole: insegna le verità bibliche mostrando l’amore di Dio. 

V. ESSERE BAMBINO CON I BAMBINI

I ragazzi vivono intensamente la loro giornata, tra la scuola, la famiglia, lo sport e i video giochi, per poi essere spesso trascinati dagli adulti negli incontri in chiesa, senza che si dia loro il tempo di comprendere i cambiamenti.

Molte volte li vedi assenti mentre tu con tanto entusiasmo, stai raccontando la storia biblica. 

Cerca di immetterti nel loro mondo, magari quel bambino mezz’ora prima ha assistito ad un litigio in famiglia, oppure stava giocando con i suoi amici a calcio o guardava i cartoni animati preferiti e all’improvviso la mamma lo ha avvisato che era ora dell’incontro dei bambini.

Cerca di creare dei “ponti” dal loro mondo di realtà quotidiana, alla realtà biblica che tu vuoi insegnare. Anche i bambini possono aver una “giornataccia”, prova ad immaginare i loro sentimenti. È importante avere empatia prima di iniziare la lezione.

Concludendo, cerchiamo di crescere e di diventare più abili, ricordando che nessuno è perfetto e che in ognuno di noi le capacità si sviluppano in modo differente. 

Importante che alla base ci sia amore verso i bambini.